Dai Dauni all'epoca Romana
Più volte le fonti antiche parlano del Gargano collegando al promontorio culti non ancora identificati e abitati ed abitanti sul cui riconoscimento ancora discute la ricerca filologica ed archeologica.
Al confine con il territorio degli Apuli, che si estendeva dall’area settentrionale del promontorio al limite del territorio di Arpi, il Gargano continua a figurarsi come un’isola che solo l’ellenizzazione del IV-III secolo a.C. porterà ad inserirsi nel medesimo quadro culturale del resto della regione.
Durante il periodo di massimo sviluppo della civiltà dauna, caratterizzata da un mondo religioso ricchissimo di culti e da una fiorente cultura artistica, ebbe inizio la colonizzazione greca che sostituì i propri costumi a quelli fino ad allora tramandati.
Nella fase più antica dell’Età del Ferro furono privilegiati i siti in prossimità del mare i quali, per le loro caratteristiche morfologiche, si prestavano meglio ad ospitare stanziamenti umani.
Lo spostamento degli insediamenti in zone più lontane dal mare, come Monte Tabor risalente al VI-V sec. a. C., al momento non trova alcun apporto giustificativo di elementi interni o esterni.
Il Gargano entra nell'ambito della civiltà romana nella seconda metà del IV secolo a.C. quando, nella lotta contro i Sanniti, le città daune appoggiarono Roma.
Durante il periodo romano il Gargano si arricchirà di numerose città come Argos Hippium (Arpi) e Sipontum (Siponto), città importanti per cultura e sviluppo economico, dovuto in parte al commercio marittimo e alla posizione di "Ponte fra Occidente e oriente".
Centri importanti lungo la costa garganica erano Merinum (Vieste), Portus Garnae (Rodi Garganico), Portus Agasus (Portogreco) e Matinum o Apeneste (Mattinata); all’interno vi erano Uria e Devia.
In età tardo-antica questi centri si trasformeranno gradualmente in tanti “vici”, cioè vere e proprie unità insediative che daranno vita ai futuri abitati medioevali garganici.